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Organizzazione di un minimo backup

Continuamente mi trovo davanti amici o colleghi che mi portano memorie di massa non funzionanti (una volta erano floppy, ora hard disk esterni o pennette di memoria) e implorano di tirar fuori i preziosissimi dati memorizzati in quell’unica copia a disposizione.

Nella fortunatissima eventualità che ci si trovi di fronte ad un rarissimo caso di errori nel file system della memoria di massa, buona parte del materiale è normalmente recuperabile autonomamente senza necessità di rivolgersi all’amico o collega informatico, ad esempio con l’utility “photorec” che uso anch’io in questi casi (cercare su internet i dettagli di questo programma), tenendo presente che in tal caso ci si troverà normalmente con i nomi dei files scombinati: tutti i files accuratamente catalogati in directory e sottodirectory verranno spesso trasformati in 000001.jpg 000002.jpg e simili in un unica directory, ma direi che questa è la “minima punizione” per non aver intrapreso neanche la minima azione di salvaguardia dei propri dati.

Normalmente comunque non si è così fortunati, quasi sempre invece la memoria di massa è rotta e personalmente non sono in grado di recuperare i dati né consigliare chi riesca a farlo, credo comunque la procedura di recupero sia più costosa che qualche copia di backup, per cui meglio prevenire in tempo tale evento; le memoriette e gli hard disk non sono eterni, si rompono!

Di solito si comincia a pensare ai backup quando si perde qualcosa di importante e anche per me è stato così: per comodità sullo stesso computer avevo due hard disk, uno su cui lavoravo e uno di backup ritenendo sufficiente tale configurazione, ma un guasto all’alimentatore ha fatto saltare contemporaneamente i due hard disk. A buon intenditor…

Personalmente mi sento di consigliare, come criterio minimo per il salvataggio dei dati, l’utilizzo di ALMENO TRE MEMORIE DI MASSA, UNA DI LAVORO E DUE DI BACKUP. Quindi se pensate che per conservare tutti i vostri preziosissimi dati sia sufficiente un hard disk da 1 Terabyte dovrete acquistarne almeno tre: uno dei tre lo utilizzerete come memoria principale, e gli altri due serviranno per i backup alternativi da conservare in un posto diverso.

Mi spiego: supponiamo che siate abituati a lavorare nel vostro posto di lavoro su un computer con un hard disk contenente tutti i vostri dati e consideriamo questo come memoria principale; il backup completo è organizzato in quattro fasi:
[1] dopo aver lavorato sul vostro hard disk fate il backup sull’hard disk “1”;
[2] portate l’hard disk “1” nel luogo di conservazione dei backup riprendendo il disco “2” ivi lasciato il giorno precedente
[3] dopo aver lavorato sul vostro hard disk fate il backup sull’hard disk 2;
[4] portate l’hard disk “2” nel luogo di conservazione dei backup riprendendo il disco “1” ivi lasciato il posto precedente;
e così via, in sostanza si tratta di fare due salvataggi su due supporti alternati.
In pratica non è per niente complicato: dove si lavora si fa il backup su un hard disk che si va a mettere nel luogo di custodia dei backup e in quell’occasione si prende l’altro.
Se ancora non è chiaro faccio un disegnino:

In tal modo ci saranno almeno due copie separate di cui almeno una NON collegata alla corrente (tenere sempre in mente la botta di corrente che fa saltare il computer e tutto quello che vi è collegato in quel momento), e ci si potrebbe ritenere abbastanza “coperti” anche in caso di furto, sempre che avvenga in un solo luogo dei due.

Se siete un po’ più prudenti (o paranoici, a seconda dei punti di vista) potete fare ancora più copie di backup da conservare in più luoghi diversi, girando a rotazione gli hard disk.

Per il backup non occorre ricordarsi quali files si sono aggiunti o modificati e copiarli uno ad uno sul supporto di backup, normalmente tale operazione è svolta da programmi appositi che lo fanno in maniera automatica (su Linux ad esempio “rsync” che è di solito presente in tutte le distribuzioni); ad esempio una particolare directory può venire “sincronizzata” su un’altra directory presente sull’hard disk di backup; è lo stesso programma che pensa ad aggiornare i files eventualmente modificati, ad aggiungere i nuovi files o a cancellare i files cancellati dal supporto principale di lavoro.

Detto questo, organizzate i backup con una certa frequenza, immaginando sempre il peggio e che sia recuperabile SOLO quanto memorizzato nell’hard disk contenente il backup più vecchio, e tutto il resto… perso.

Prestare attenzione a NON effettuare il backup mentre sono aperti documenti, immagini, database o altro, pena il rischio di backuppare solo files totalmente inutilizzabili o niente addirittura.

Tenete anche presente i virus: se ad esempio avete preso uno di quei virus che cifrano i documenti a vostra insaputa, i documenti cifrati piano piano andranno a sostituire quelli buoni nei backup, per cui VERIFICATE bene sempre anche il log dei backup, ossia spulciate sempre l’elenco dei files che sono stati aggiornati; la presenza in tale elenco di files che non avete toccato dovrebbe far pensare al peggio.

Infine verificate frequentemente, su tutti i supporti di backup che utilizzate, se contengono effettivamente ciò che credete di aver backuppato e soprattutto provate a recuperare ciò che vi avete memorizzato, possibilmente utilizzando un altro computer, ad esempio perché invece dei files avete salvato i loro inutili link ed una verifica sul vostro computer sembrerebbe avere un finto successo.

Backuppate, distrazioni e rotture sono sempre in agguato!

GP

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