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È proprio così necessario personalizzare i canti?

Ultimo aggiornamento 14/12/2023

Preparando i testi per l’app CantoQui trovo continue personalizzazioni dei testi, tanto che ogni volta mi chiedo perché tanti brani vengano manipolati all’inverosimile.

Alcune volte la spiegazione è semplice, nel senso che talvolta i canti nelle registrazioni vengono arricchiti ripetendo alcune parti in tonalità diverse per renderli più piacevoli all’orecchio, per cui nei libretti parrocchiali, ove si predilige il canto dell’assemblea e non le esibizioni corali, potrebbe essere giustificabile l’adattamento che ne rende più semplice l’esecuzione.

Tuttavia alcune modifiche sono “esasperanti” nel senso che non si comprende perché in semplici brani strofa/ritornello le strofe debbano essere scambiate, tagliate, se ne aggiungono altre, il testo debba essere modificato, ecc…

Prendiamo ad esempio il brano di Marcello Giombini “Il Signore è la luce”, settimo brano (di dieci) dell’album “Il suo cuore”, pubblicato nel 1969, terzo album (di quindici) della raccolta “Salmi per il nostro tempo”.

Questo il testo originale:

1. Il Signore è la luce che umilia la notte!
T. Gloria! Gloria! Cantiamo il Signore! (2v)
2. Il Signore è la tromba che umilia il silenzio!
T. Gloria! Gloria! Cantiamo il Signore! (2v)
3. Il Signore è il coraggio che umilia il terrore!
T. Gloria! Gloria! Cantiamo il Signore! (2v)
4. Il Signore è il sereno che umilia la pioggia!
T. Gloria! Gloria! Cantiamo il Signore! (2v)
5. Il Signore è la vita che umilia la morte!
T. Gloria! Gloria! Cantiamo il Signore! (2v)

Di seguito la versione del diffusissimo libretto “Nella casa del Padre”, in cui la parola “umilia” viene sostituita da “vince”, il doppio “Gloria!” perde importanza ed il ritornello diventa un unica frase, non raddoppiata come nell’originale, e in cui non si canta più “IL Signore” ma “AL Signore”; le strofe poi sono largamente modificate, facendo cambiare senso al canto:

1. Il Signore è la luce che vince la notte!
T. Gloria, gloria, cantiamo al Signore!
2. Il Signore è l’amore che vince il peccato!
T. Gloria, gloria, cantiamo al Signore!
3. Il Signore è la gioia che vince l’angoscia!
T. Gloria, gloria, cantiamo al Signore!
4. Il Signore è la pace che vince la guerra!
T. Gloria, gloria, cantiamo al Signore!
5. Il Signore è speranza di un nuovo futuro!
T. Gloria, gloria, cantiamo al Signore!
6. Il Signore è la vita che vince la morte!
T. Gloria, gloria, cantiamo al Signore!

Era proprio così necessario?

Di seguito una versione ulteriormente modificata, presente in un libretto diffuso in numerose parrocchie di una provincia del nord Italia:

1. Il Signore è la luce che vince la notte.
T. Gloria gloria, cantiamo al Signore! (2v)
2. Il Signore è la vita che vince la morte.
T. Gloria gloria, cantiamo al Signore! (2v)
3. Il Signore è la gioia che vince l’angoscia.
T. Gloria gloria, cantiamo al Signore! (2v)
4. Il Signore è il coraggio che vince il terrore.
T. Gloria gloria, cantiamo al Signore! (2v)
5. Il Signore è la grazia che vince il peccato.
T. Gloria gloria, cantiamo al Signore! (2v)
6. Il Signore è la pace che vince la guerra.
T. Gloria gloria, cantiamo al Signore! (2v)

Nella stessa provincia in una chiesa hanno ulteriormente personalizzato il libretto (diffuso però in altre parti d’Italia), ma pare abbiano fatto voluto fare economia di carta o comunque accorciare il testo, considerando che nel medesimo libretto tanti altri canti sono privi di tante strofe:

1. Il Signore è la luce che vince la notte.
T. Gloria, gloria. Cantiamo al Signore! (2v)
2. Il Signore è la vita che vince la morte.
T. Gloria, gloria. Cantiamo al Signore! (2v)
3. Il Signore è la gioia che vince l’angoscia.
T. Gloria, gloria. Cantiamo al Signore! (2v)
4. Il Signore è il coraggio che vince il terrore.
T. Gloria, gloria. Cantiamo al Signore! (2v)

Questo è solo uno dei tanti canti per i quali si riportano i testi, ma ve ne sono tanti altri in cui si ripete la medesima storia. Ma è possibile che in una Chiesa che si vorrebbe “unica” vengono personalizzati i canti da una parrocchia all’altra? Perché nei libretti si legge “repertorio selezionato” dalle varie commissioni liturgiche quando in realtà il repertorio non è “selezionato” bensì “adattato”, “modificato”, “personalizzato”?

Le modifiche parrebbero “comprensibili” (non accettabili comunque) nella chiesa bergogliana viste le disgraziate abitudini di cambiare i testi delle preghiere e dove non ci sarebbe da meravigliarsi di trovare, tra i repertori dei musicanti, canti con il titolo eretico “Gesù fa un po’ lo scemo” (vds.) o “Gesù diavolo e serpente” (vds.), ed i canti mariani sostituiti con con inni alla “Pachamama” (vds.) ma meglio non allargare il tema e limitarsi ai canti liturgici “tradizionali” senza coinvolgere i tentativi eretici di distruzione della Chiesa.

Tuttavia la messa al bando del latino nella liturgia, con tanto di vescovi (della chiesa “cattolica”?) che interrompono un paio di volte la corale che sta eseguendo canti in latino chiedendo che vengano eseguiti canti in lingua popolare (cercatevelo su youtube) fa capire che nella guerra alla Chiesa cattolica nessun aspetto della liturgia è escluso, pertanto riguarda anche musicisti e cantori, che anche per tale motivo dovrebbero prestare maggior attenzione al testo dei canti che vengono eseguiti, e guardare con diffidenza ad eventuali variazioni ai testi originali.

Concludendo, se si va da una parrocchia all’altra la maggior parte delle volte le preghiere sono recitate nel medesimo modo; è troppo chiedere che chi si vuole unire al canto/preghiera lo possa fare serenamente senza dover imparare una versione diversa per ogni chiesa?

GP

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